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Cura del diabete: l’approccio è multidisciplinare

È una équipe multidisciplinare quella che in Humanitas Gradenigo si occupa della diagnosi e cura del diabete, che vede diabetologo e dietista lavorare in sinergia: infatti per questa patologia non è il solo trattamento farmacologico indicato dal diabetologo ad essere necessario, ma è fondamentale un cambiamento delle abitudini alimentari quotidiane e dello stile di vita, per cui è indispensabile anche la valutazione del dietista.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Raffaella Gancia, endocrinologa e diabetologa di Humanitas Gradenigo.

Cos’è il diabete?

Il diabete è una patologia cronica caratterizzata da iperglicemia, ovvero un eccesso di glucosio nel sangue.

È una delle più rilevanti malattie sociali della nostra epoca per il suo carattere di cronicità, per la tendenza a determinare complicanze nel lungo periodo e per la sempre più ampia diffusione nel mondo, tanto da poter parlare di una vera e propria epidemia.

In Italia circa 3 milioni e mezzo di persone soffrono di diabete (il 5,9-6% della popolazione), di cui il 90% della forma definita “diabete tipo 2”. Le previsioni per gli anni futuri sono preoccupanti: la diffusione del diabete infatti aumenterà in tutte le regioni del pianeta e le ultime stime prevedono, intorno al 2030 circa, più di 500 milioni di diabetici.

Il diabete si presenta sotto varie forme:

  • diabete di tipo 2, che colpisce prevalentemente gli adulti, è strettamente legato a uno stile di vita scorretto, sedentario, ad una alimentazione qualitativamente bassa e quantitativamente abbondante, basata sul consumo di cibi molto calorici, trasformati ed industriali. A ciò si aggiungono fattori quali l’invecchiamento e la predisposizione familiare;
  • diabete di tipo 1, che è più tipico dell’età infantile-giovanile, è dipendente da fattori genetici ed ambientali (non del tutto conosciuti) che portano alla distruzione delle cellule del pancreas deputate alla produzione di insulina.

Quali sono i campanelli di allarme del diabete?

L’iperglicemia non sempre si manifesta con segnali evidenti e in certi casi i sintomi compaiono quando la malattia è già presente da anni. Se non ci si sottopone agli esami del sangue è difficile accorgersi di avere il diabete e quando poi i sintomi compaiono la situazione è già in stato avanzato. L’iperglicemia si manifesta con senso di sete (polidipsia), poliuria (condizione in cui vengono prodotte abbondanti quantità di urine, associata a un aumento della frequenza della minzione), calo del peso corporeo (a causa della poliuria si perdono anche molti zuccheri), e attraverso importanti complicanze, ad esempio come l’infarto, l’ictus, l’attacco ischemico transitorio (TIA), retinopatia e ulcerazioni ai piedi.

Come si arriva alla diagnosi?

Una buona norma per intercettare il diabete per tempo, prima che si manifesti attraverso le sue complicanze, è appunto quello di sottoporsi alle analisi del sangue con cadenza annuale: glicemia basale da fare a digiuno, emoglobina glicata (HbA1C) e in alcuni casi anche l’analisi della curva da carico orale di glucosio che richiede l’esecuzione di diversi prelievi del sangue da effettuare a scadenze prestabilite.

Come si svolge la visita diabetologica?

Nell’Ambulatorio di Diabetologia di Humanitas Gradenigo l’approccio è quello della Medicina Interna: è vero che si parte dal valutare le analisi del sangue e in particolare dall’assetto glicemico, ma guardiamo anche all’assetto lipidico, a quello cardiologico, circolatorio, senza dimenticare di analizzare il funzionamento corretto o meno della tiroide.

Si tratta quindi di una visita clinica completa in cui vengono approfondite le abitudini quotidiane del paziente e le preferenze alimentari e al termine della quale viene individuato un percorso di cura personalizzato sul paziente che riceve anche le indicazioni del suo piano alimentare individuale.

Quel è il percorso di cura per il diabete?

La medicina ha fatto dei passi importanti nel corso degli ultimi anni: attualmente infatti le terapie farmacologiche sono maggiori, più performanti e soprattutto personalizzate. Inoltre grazie all’integrazione tra terapia farmacologica, piano alimentare, attività fisica e impostazione delle visite di controllo e screening periodici possiamo dire che il percorso di cura è davvero sartoriale, adattato sul singolo paziente.

Si guarisce dal diabete?

Nella tradizione il diabete è sempre stato considerato una malattia cronica curabile, ma da cui non si poteva guarire.

Negli ultimi anni, però, si sta progressivamente prendendo coscienza della possibilità di remissione della malattia diabetica: l’approccio più efficace per ottenere tale remissione è la perdita di peso e le modifiche dello stile di vita. Se infatti sono presenti un importante sovrappeso o obesità e uno stile di vita profondamente scorretto ed il paziente riesce a modificare in modo significativo questi aspetti (con dieta, attività fisica, farmaci ed eventualmente anche con la chirurgia bariatrica), è possibile che possa arrivare a fare a meno dei farmaci e che la glicemia si mantenga nei limiti di norma per un periodo sufficientemente lungo: a questo punto la malattia di fatto non è più presente e quindi si parla di remissione.

Tutt’oggi si preferisce ancora parlare di remissione piuttosto che di guarigione poiché è un termine in grado di rendere l’idea di una condizione da seguire strettamente nel tempo, e che potrebbe nuovamente evolvere in diabete, soprattutto se vengono meno le condizioni che hanno portato alla remissione.

Quali sono le complicanze del diabete?

Il diabete è una malattia sistemica: i danni provocati dalla glicemia alta sono importanti e coinvolgono molti organi.

Questa patologia può colpire infatti gli occhi e in particolare la retina (retinopatia), i vasi arteriosi,  il cuore e il cervello (il rischio è la stenosi delle arterie, l’infarto e l’ictus), il rene (insufficienza renale che può portare a doversi sottoporre ai cicli di dialisi), può portare a problematiche di circolazione agli arti inferiori (ulcerazioni), deformità del piede, un mal funzionamento degli organi riproduttivi (ad esempio può portare a deficit dell’erezione), e dei nervi (neuropatie).