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Tumori dell’endometrio e obesità: due interventi eccezionali in laparoscopia

Due eccezionali interventi per l’équipe di Ginecologia oncologica di Humanitas Gradenigo che nel primo semestre del 2016 ha già operato 23 tumori ovarici: «Nel nostro Centro è fondamentale la collaborazione tra chirurgo e anestesista», spiegano il dottor Marco Camanni e la dottoressa Laura Ceretto.

 

Doppio eccezionale intervento per l’équipe di Ginecologia oncologica di Humanitas Gradenigo: sotto la guida del dottor Marco Camanni e della dottoressa Laura Ceretto, due pazienti colpite da tumore all’endometrio e in condizioni di grave obesità sono state operate con successo mediante laparoscopia nel pieno rispetto del protocollo ERAS (“Enhanced Recovery After Surgery”) che prevede il “miglior recupero dopo un intervento chirurgico”.

Ambedue le donne, rispettivamente di 71 e 62 anni, presentavano un quadro clinico che al tumore dell’endometrio (piuttosto aggressivo nel primo dei due casi) abbinava un indice di massa corporea tale da collocarle nelle fasce di super obesità e grave obesità. Entrambe le pazienti sono state operate con successo mediante la tecnica laparoscopica che ha asportato i rispettivi tumori e permesso le dimissioni dall’ospedale due giorni dopo l’intervento al termine di un regolare decorso post operatorio.

In entrambe le situazioni, i medici di Humanitas Gradenigo hanno eseguito gli interventi adottando la “Posizione di Trendelenburg” che inclina il paziente e lo sistema con la testa più in basso rispetto a bacino e ginocchia. «In questi casi è la soluzione necessaria per poter intervenire con la tecnica laparoscopica avanzata – spiega il dottor Camanni, medico chirurgo specializzato in Ginecologia e ostetrica e in Oncologia – impedendo che le anse intestinali vadano a coprire l’area interessata dall’operazione».

L’importante obesità delle due pazienti ha reso complesso l’intervento chirurgico e ha anche richiesto un’attenzione particolare dal punto di vista anestesiologico: «Nel primo dei due casi non è stato possibile posizionare un piccolo catetere peridurale e abbiamo perciò praticato un blocco analgesico periferico», spiega la dottoressa Ceretto, responsabile di Anestesia e rianimazione di Humanitas Gradenigo -. In entrambi gli interventi abbiamo ridotto la quantità di oppioidi per non penalizzare la ripresa post operatoria di alimentazione e mobilizzazione e per scongiurare i problemi respiratori che possono riguardare chi è obeso».

Tutte e due le pazienti sono oggi in buone condizioni di salute e stanno osservando le terapie farmacologiche che hanno fatto seguito alle rispettive operazioni. «Rinunciare all’intervento chirurgico avrebbe comportato la progressione della malattia fino all’epilogo finale – osserva il dottor Camanni -. Situazioni come queste ci dimostrano che di fronte a un’indicazione chirurgica tanto chiara non bisogna farsi spaventare dal grado di difficoltà presentato dalla paziente, nel nostro caso collegato alla grande obesità». Il dottor Camanni sottolinea la necessità della stretta collaborazione tra chirurgo e anestesista: «Occorre un équipe affiatata – prosegue – che lavori insieme fin dalla fase pre operatoria avendo ben presenti le rispettive esigenze e difficoltà. E’ così che un Centro di Ginecologia oncologica dimostra il proprio livello di efficienza».

Nel primo semestre del 2016 l’équipe di Humanitas Gradenigp specializzata nella cura dei tumori che colpiscono l’apparato genitale della donna ha già trattato 23 tumori ovarici (erano stati 28 nell’intero 2016). Una delle due pazienti operate in laparoscopia dal dottor Camanni proveniva dall’ospedale di Ciriè: «E’ stato un corretto esempio del buon funzionamento della Rete oncologica regionale – osserva il dottor Camanni -: i colleghi di Ciriè hanno proceduto alla diagnosi e alla valutazione di complessità prima di indirizzare la paziente verso il nostro ospedale».

L’équipe di Ginecologia oncologica di Humanitas Gradenigo si occupa dei tumori dell’ovaio, dell’utero, del collo dell’utero e dell’endometrio. Comprende Il dottor Marco Camanni e la dottoressa Elena Delpiano nella veste di chirurghi e vede al loro fianco la dottoressa Paola Bellomo della Chirurgia generale, le dottoresse Paola Bergnolo e Antonella Boglione dell’Oncologia, anestesisti, anatomopatologi, radioterapisti e psicologi dell’ospedale. Le pazienti vengono accolte dal Cas (Centro accoglienza e servizi), introdotte nei Gic (Gruppi interdisciplinari cure) e preparate all’intervento cui fanno seguito un altro Gic post chirurgico e una successiva terapia: «In questo modo trasmettiamo una forte sensazione di presa in carico e accoglienza che segnano un elemento di forza in più per chi si sottopone a un’operazione tanto delicata», conclude il dottor Camanni.