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Melanoma, studio su due biomarcatori: potrebbero prevedere malattia ad alto rischio

La raccomandazione degli esperti: “applicare il solare anche in inverno in prevenzione”

Ambra1 e Loricrina sono i due biomarcatori su cui si concentra uno studio finanziato da Fondazione Humanitas per la Ricerca. I risultati potrebbero confermarne l’efficacia predittiva per forme di melanoma ad alto rischio in pazienti con malattia iniziale. Fondamentale proteggere la pelle da questo tumore, il più aggressivo della cute, anche nella brutta e mezza stagione con l’applicazione quotidiana di filtri solari adeguati. Un webinar organizzato con la collaborazione di Acqua dell’Elba, sensibilizza ed educa alle “best practice” sull’uso corretto dei solari e sugli avanzamenti scientifici

Avanza la ricerca in ambito di melanoma con lo studio su due biomarcatori che potrebbero risultare predettivi di elevato rischio in specifici sottogruppi di malattia, atto a favorire un migliore e più efficace approccio terapeutico. Ma sono in stallo, invece, i buoni comportamenti di attenzione alla pelle, specificatamente dall’attacco dei raggi ultravioletti, attivi non solo sotto il sole, ma tutto l’anno. Anche in inverno la “sun skin care”, ovvero l’applicazione di filtri solari funzionali e selettivi per il fototipo di pelle e il proprio fattore di rischio, deve diventare un must nella routine quotidiana. Obiettivo: proteggere la pelle dal rischio di melanoma nelle quattro stagioni; nuvole, basse temperature, cieli plumbei non sono uno schermo contro l’azione di raggi solari e dei loro danni. Tra questi la possibilità di sviluppo di melanoma, il più aggressivo tumore della pelle, in crescita anche nelle nuove generazioni per errori di approccio al sole di gioventù, durante infanzia e adolescenza, di cui lo scotto si paga in età adulta. Sono 12.700 i casi stimati nel 2023, secondo i dati de “I numeri del cancro 2023” di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), di cui 7 mila nuove diagnosi fra gli uomini e 5.700 fra le donne. Occorre cambiare l’approccio di utilizzo della crema solare, non più strumento solo “da spiaggia”, ma un facilitatore della bellezza e protezione della pelle. Per sensibilizzare ai nuovi traguardi raggiunti dalla ricerca scientifica e educare al corretto uso dei solari, Fondazione Humanitas per la Ricerca ed Acqua dell’Elba si sono alleate organizzando un webinar: Prevenzione dei tumori della pelle per raccontare lo stato dell’arte della ricerca, con consigli pratici sulle modalità di utilizzo del solare e per la scelta del più adatto al proprio fototipo di pelle, fra quelli disponibili nella gamma di prodotti di Acqua dell’Elba. È possibile seguire il webinar che si svolgerà il 9 Aprile dalle 17 alle 18 collegandosi al link: https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_CpbHOjtJTFCDZK28PXCdGA

«La prognosi e la sopravvivenza del melanoma maligno – spiega il dottor Renato Parente, responsabile di Anatomia Patologica di Humanitas Gradenigo – dipendono fortemente dalla diagnosi precoce e dal trattamento. Attualmente per i melanomi in stadio iniziale (Stadio 1), i criteri prognostici e predittivi proposti dall’American Joint Committee on Cancer (AJCC), basati sulla caratterizzazione istologica del tumore attraverso l’individuazione del suo spessore e del grado di ulcerazione, non forniscono un’analisi completa, non permettono cioè di valutare pienamente il rischio di progressione della malattia che si verifica fino al 15% di melanomi ad apparente bassa malignità. Grazie ai finanziamenti di Fondazione Humanitas per la Ricerca, abbiamo avviato uno studio che potrebbe confermare l’affidabilità di due biomarcatori, chiamati Ambra1 e Loricrina, che consentirebbe di sottocategorizzare il melanoma ad alto rischio in pazienti con malattia a uno stadio iniziale». La diagnosi precoce è di fondamentale importanza, sia in fase di diagnosi sia per la scelta dei trattamenti terapeutici più indicati: per i pazienti potrebbe significare ricevere follow-up più adeguati e terapie più personalizzate, anche in fase cautelativa. «Ci auguriamo che i risultati che otterremo dall’analisi dei due biomarcatori Ambra1 e Loricrina svolta su 140 campioni di pazienti – prosegue il dottor Parente – possano rappresentare una svolta per una più precisa stadiazione del melanoma e nell’individuazione precoce di soggetti più a rischio, al fine di migliorare non solo l’esito clinico del tumore ma anche di prevenire la progressione della malattia».

In attesa dei risultati della scienza è fondamentale adottare delle “best pratice” nell’uso dei solari: «Specialmente con l’arrivo della bella stagione, ma anche durante tutto l’anno – raccomanda il dottor Michele Tiano, dermatologo presso Humanitas – la protezione solare non deve mai mancare, in borsa, zaino o valigia. Una buona protezione dai raggi solari aiuta, infatti, a rallentare i meccanismi di invecchiamento della pelle e a prevenire tumori cutanei, alcuni anche molto aggressivi, come il melanoma. Le creme solari si distinguono innanzitutto per i filtri contenuti: filtri chimici o fisici. I primi “assorbono” le radiazioni UV convertendole in calore, mentre i filtri fisici agiscono come una barriera, riflettendo le radiazioni ultraviolette. Il fattore di protezione solare, SPF, difende dai raggi UVB ed ha un’indicazione numerica da 6 a 50+, a seconda della capacità di proteggere dai raggi ultravioletti. È raccomandato un fattore di protezione non inferiore a 30. La protezione 50+ è indicata invece per prevenire le forme tumorali in persone con pelle chiara o che svolgono attività invernali ad elevate altitudini». E in termine di quantità? È fondamentale applicare una adeguata quantità di crema, circa 2 milligrammi per centimetro quadrato di pelle, 45 minuti prima dell’esposizione al sole e poi riapplicarla ogni due ore: sudorazione, bagni e attività sportiva possono ridurre l’efficacia della protezione. Non ultimo è bene evitare l’uso di creme solari aperti da più di 12 mesi o scaduti, poiché la loro efficacia diminuisce nel tempo.

«È un piacere per Acqua dell’Elba – conclude il Presidente Fabio Murzi – collaborare anche quest’anno con un istituto prestigioso come Fondazione Humanitas per la Ricerca. La salute della pelle e la prevenzione dei danni solari sono molto importanti e siamo felici di contribuire a questo progetto».