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I vantaggi della dieta vegetale dopo il tumore alla prostata

Leggi l’intervista completa su il Corriere al dottor Omid Sedigh, responsabile di Urologia e Andrologia ricostruttiva di Humanitas Gradenigo.

Uno studio su oltre 3 mila persone ha riscontrato che una prevalenza di alimenti di origine non animale riduce il tasso di possibili effetti collaterali legati ai trattamenti della malattia.

Una dieta a base vegetale sembra migliorare la qualità della vita dei pazienti che si sono sottoposti ad un trattamento per il cancro alla prostata, alleviando i possibili effetti collaterali delle terapie, come la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria.

Lo studio

Questi sono i risultati di uno studio prospettico pubblicato sulla rivista “Cancer”, che ha incluso 3.505 partecipanti con cancro alla prostata non metastatico. Il campione è stato suddiviso in cinque gruppi in base alla proporzione di alimenti di origine animale rispetto a quelli di origine vegetale. L’età mediana alla diagnosi di cancro era di 68 anni: i trattamenti più comuni sono stati la prostatectomia radicale e la radioterapia, rispettivamente nel 48% e nel 35% del campione.

I ricercatori hanno scoperto che chi consumava la percentuale maggiore di vegetali ha ottenuto punteggi migliori per quanto riguarda la funzione sessuale e quella intestinale, l’irritazione e l’ostruzione urinaria, l’incontinenza e la salute ormonale, valutata considerando i sintomi di depressione, vampate di calore e scarsa energia. I risultati sono in linea con le indagini precedenti.

Lo stesso gruppo di ricercatori aveva già messo in luce come una maggiore aderenza a un modello dietetico a base vegetale possa ridurre il rischio di sviluppare il cancro alla prostata che in Italia è il primo tumore per incidenza nell’uomo: rappresenta, infatti, il 19,8% di tutti i tumori maschili.

Quali alimenti consumare?

La dieta vegetale a cui fanno riferimento i ricercatori è quella tradizionale: elevato consumo di verdura, frutta, legumi, noci e cereali integrali e un basso apporto di latticini e di proteine animali.

Una possibile spiegazione potrebbe essere la presenza di fibre, polifenoli e antiossidanti tipica dei cibi di origine vegetale i quali sono capaci di migliorare il metabolismo del glucosio e la funzione endoteliale e di ridurre l’infiammazione generale.

«È importante tenere in considerazione il miglioramento di questi tre aspetti perché la loro alterazione può pregiudicare la funzionalità minzionale ed erettile, che può essere compromessa a causa di trattamenti del tumore prostatico», spiega il dottor Omid Sedigh. «Inoltre, una maggiore assunzione di fibre è correlata a una corretta regolarità intestinale e questo si riflette sul benessere delle vie urinarie e del perineo, quell’insieme di muscoli, legamenti e tendini che chiude il bacino e ha stretti rapporti con gli organi dell’apparato genitourinario».

Sana sessualità e alimentazione

L’urologa Stacy Loeb, urologia della NYU Langone Health e principale autrice dello studio citato, ha dichiarato: «I nostri risultati mettono in dubbio l’idea che il consumo di carne aumenti la funzione sessuale negli uomini: sembra essere vero il contrario». «Non ci sono evidenze in letteratura che correlino il consumo di carne con la funzionalità sessuale», precisa il dottor Sedigh. «Da uno studio apparso su The Journal of Sexual Medicine si è visto che un modello alimentare caratterizzato da elevato consumo di frutta, verdura, noci, cereali integrali e pesce, ma con un basso consumo di carne rossa e cereali raffinati, è più rappresentato nei soggetti senza disfunzione erettile. Inoltre, tra gli uomini con diabete di tipo 2, coloro che avevano la maggiore aderenza alla dieta mediterranea presentavano la minore prevalenza di disfunzione erettile ed erano più propensi a essere attivi sessualmente».