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Un ambulatorio per curare il mal di testa cronico con la dieta chetogenica

È quello di Neuro Nutrizione che in Humanitas Gradenigo coinvolge la dottoressa Nicoletta Rebaudengo, neurologa e la dottoressa Daria Bongiovanni, dietista. Uno studio condotto dall’Ospedale su un gruppo di pazienti affetti da emicrania cronica e fortemente resistenti ai farmaci dimostra che, con questa dieta, in oltre l’80 per cento dei casi si registra un miglioramento nella frequenza, nella gravità e nella durata degli attacchi.

 

Il mal di testa cronico, quello che non passa mai e rende impossibile la vita di che ne soffre, può essere combattuto anche attraverso una dieta mirata, quella chetogenica. Forte di diversi studi tra i quali è compreso uno realizzato direttamente in Humanitas Gradenigo su un gruppo di pazienti affetti da emicrania cronica e fortemente resistenti ai farmaci, l’Ospedale ha avviato il nuovo ambulatorio di Neuro Nutrizione che coinvolge la dottoressa Nicoletta Rebaudengo, neurologa e la dottoressa Daria Bongiovanni, dietista.

Il nuovo ambulatorio di Neuro Nutrizione offre la possibilità di effettuare visite e controlli alla presenza di entrambe le figure sanitarie di riferimento: neurologa e dietista. Si tratta di visite integrate all’interno delle quali, in un’ora di tempo, vengono analizzati e trattati tutti gli aspetti, farmacologici e chetogenici, inerenti il mal di testa.

La dieta chetogenica, da anni studiata e applicata in Humanitas Gradenigo dalla dottoressa Bongiovanni in collaborazione con l’Endocrinologia e Metabolismo dell’Ospedale, si è rivelata efficace su soggetti alle prese con una sintomatologia capace di impattare pesantemente sulla loro qualità di vita: circa 30 attacchi di mal di testa al mese di intensità media e di durata variabile dalle 2 alle 24 ore. Sono stati questi pazienti a riportare miglioramenti sensibili legati a frequenza, gravità e durata degli attacchi: in oltre l’80 per cento dei soggetti si è registrata una riduzione del numero di ore di cefalea al giorno e della durata media degli attacchi (circa il 70 per cento in meno per entrambi gli aspetti), allo stesso modo si è ridotta di oltre un terzo l’intensità del dolore e dell’80 per cento la quantità dei farmaci assunti al mese. «Dopo solo un mese, in alcuni casi, abbiamo addirittura registrato la totale scomparsa del sintomo – spiega la dottoressa Bongiovanni -, in altri una fortissima riduzione del numero di attacchi e un conseguente calo netto nel ricorso a farmaci.

Allo studio sul trattamento dell’emicrania cronica ha offerto il proprio importante contributo la dottoressa Nicoletta Rebaudengo, referente dell’Ambulatorio Cefalee della Neurologia di Humanitas Gradenigo diretta dal dottor Pietro Pignatta e registrato la consulenza del dottor Giovanni Battista Allais, farmacologo clinico e responsabile del Centro cefalee della donna della Città della Salute e della Scienza di Torino. La dottoressa Rebaudengo è peraltro figura di riferimento regionale nella rete nazionale che si occupa dell’utilizzo della dieta chetogenica nella cura delle emicranie croniche è, di recente, è stata invitata con altri specialisti di fama nazionale e internazionale a collaborare alla creazione di un consensus statement con le raccomandazioni sulla prescrizione della dieta chetogenica nei pazienti con cefalea, esattamente come già fatto in altri ambiti terapeutici, neurologici (come l’epilessia) e internistici (come la sindrome metabolica).

«Da tempo – prosegue la dottoressa Bongiovanni – utilizziamo in Ospedale percorsi dietoterapici che si basano sulla chetogenica e coinvolgono le aree di applicazione metabolica, neurologica, oncologica e pre-chirurgica». È in questo solco che va a inserirsi il nuovo ambulatorio, studiato per mettere insieme fin dalla prima visita le competenze delle due specialiste.

La dieta chetogenica è basata su forti evidenze scientifiche ed è stata validata dall’EFSA (European Food Safety Authority) nel 2015. Si tratta di una dieta rigorosamente strutturata e adottata con efficacia riconosciuta già dagli anni ’90 per obesità, sovrappeso e malattie metaboliche. Negli anni successivi è stata poi presa in considerazione anche in campo neurologico: per l’epilessia, per combattere l’emicrania (come dimostra lo studio in corso in Humanitas Gradenigo) o sostenere alcune terapie rivolte a malattie degenerative come SLA, sclerosi multipla, malattia di Parkinson, Alzheimer e altre. In Oncologia, infine, la dieta chetogenica può funzionare come supporto a radio e chemioterapia.

Cosa rende tanto efficace la dieta chetogenica? Come la si può applicare nella vita di tutti i giorni? «Alla base di tutto c’è la produzione controllata da parte dell’organismo di corpi chetonici, vale a dire di sostanze prodotte in modo naturale quando ci si trova in condizioni particolari, come quando il glucosio scende sotto una certa soglia – aggiunge la dottoressa Bongiovanni –. I corpi chetonici rappresentano benzina eccezionale per muscoli, cuore e cervello e permettono una liposuzione naturale con assenza di appetito e stato di benessere». Ecco perché diventa uno strumento tanto efficace nel favorire il benessere del paziente e, quando necessario, diminuire fortemente il peso: «È una dieta a basso contenuto calorico e perciò favorisce un dimagrimento rapido: si possono perdere anche dieci chili in un mese, l’80 per cento dei quali di soli grassi», puntualizza la dottoressa Bongiovanni. A tavola la dieta si basa in prevalenza su proteine e verdure ed è dotata di corretti apporti proteici che la differenziano dalle diete iperproteiche non fondate su evidenze scientifiche: può durare da uno a sei mesi e viene seguita da un periodo di transizione teso a reintrodurre in modo progressivo i carboidrati e a condurre, infine, al mantenimento del peso raggiunto.