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Stitichezza: uno stile di vita sano e l’attività fisica possono allontanarla

Il termine medico per definirla è stipsi, con cui si intende il rallentamento della progressione del contenuto intestinale. Le cause possono essere varie ma abitudini di vita scorrette possono peggiorare il disturbo. Gli approfondimenti e i consigli del dottor Mohammad Ayoubi, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Ospedale Humanitas Gradenigo.

 

«La regolarità intestinale è un fattore importante che influisce sul benessere di tutto l’organismo – spiega il dottor Mohammad Ayoubi, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Ospedale Humanitas Gradenigo -. Uno stile di vita sano e un’attività fisica regolare possono allontanare il disturbo, contribuendo a migliorare lo stato di salute generale».

In particolare, le alterazioni del normale ciclo si verificano quando le contrazioni dei muscoli del tratto digerente, che svolgono la peristalsi intestinale, modificano il loro ritmo: «Se le contrazioni dei muscoli diminuiscono – sottolinea il dottor Ayoubi – la progressione del contenuto intestinale rallenta e compare la stipsi».

Dottor Ayoubi, che cos’è la stipsi?

«Per stipsi si intende il rallentamento della progressione del contenuto intestinale sino alla sua espulsione. Può essere acuta se il fenomeno dura da pochi giorni oppure cronica se dura da più di sei mesi».

Quali sono le cause?

«Le cause possono essere di vario tipo. In particolare la stipsi può manifestarsi per motivi funzionali, nella maggior parte turbe motorie; per patologie del colon infiammatorie o produttive; a seguito di malattie sistemiche come ipotiroidismo e diabete; a causa dell’uso di certi farmaci tra cui sedativi della tosse, antidolorifici, ansiolitici per curare alcune malattie del cuore o la pressione alta.

Nei pazienti con turbe motorie è consigliato modificare le abitudini alimentari e adottare uno stile di vita più sano. Una dieta non equilibrata, con scarsa assunzione di acqua, frutta e verdura e una ridotta attività fisica, vita sedentaria, stress e cambiamenti delle abitudini o delle condizioni climatiche possono infatti aggravare la situazione».

Quali sono i sintomi?

«Oltre all’incapacità di evacuare, i sintomi più importanti sono: digestione lenta, sensazione di ingombro e gonfiore addominale, irritabilità e cambiamenti dell’umore. È importante prestare molta attenzione ad alcuni sintomi tra cui anemia, calo ponderale e presenza di sangue nelle feci associati a stipsi o all’insorgenza improvvisa della stessa, che possono costituire un campanello d’allarme per altre patologie e richiedono quindi un approfondimento medico».

Quali sono gli esami utili?

L’approccio diagnostico varia di caso in caso, ma gli esami più importanti sono:

  • la colonscopia, una procedura sia diagnostica sia terapeutica che permette di vedere su un monitor il lume intestinale e di escludere patologie della mucosa o della parete del colon;
  • il tempo di transito, un esame radiologico che permette di fare diagnosi di stipsi da rallentato transito intestinale; l’eliminazione di piccoli pallini in gomma deve avvenire entro 48 ore dalla loro ingestione;
  • la manometria ano-rettale o del colon che studia la motilità dell’organo e l’eventuale riduzione motoria della parete del colon;
  • la defecografia, che consiste nella visualizzazione radiografica dell’ampolla rettale mediante bario, per quantificare l’efficacia della contrazione dei muscoli del pavimento pelvico.

Quali sono le cure disponibili?

«Se il disturbo è associato a cause motorie funzionali, è opportuno modificare le abitudini alimentari e adottare uno stile di vita più sano. Su consiglio del medico, si possono prendere tisane e lassativi in grado di favorire la motilità intestinale.

I lassativi si distinguono in: formanti massa (crusca, metilcellulosa, agar) e lattulosio; osmotici (sali di sodio e/o magnesio, disaccaridi non assorbibili, macrogol); lassativi di contatto o stimolanti (olio di ricino, derivati antrachinonici); emollienti (glicerina, olio di vaselina, olio di arachidi)».

Si sente di dare qualche consiglio in più per evitare la stipsi?

«Innanzitutto seguire una dieta equilibrata fin da piccoli. Il colon è un organo abitudinario, che raccoglie e registra ciò che gli viene dato, per cui è importante adottare uno stile di vita sano dall’infanzia. Abitudini alimentari sbagliate possono influire sul disturbo e una dieta povera di fibre e di liquidi può alla lunga portare alla stipsi. È consigliato bere circa due litri di acqua al giorno, aumentando la quantità nel periodo estivo, e associare alla dieta un’attività fisica regolare per mettere in moto l’intestino, evitando la vita sedentaria.

La motilità intestinale è favorita anche dall’assunzione di determinati alimenti quali carciofi, broccoli, zucchine, melanzane, legumi, centrifugati di frutta e verdura. In generale i liquidi, la frutta e la verdura contengono fibre che assorbono acqua, formando nell’intestino una massa gelatinosa che facilita il transito delle feci. Infine, in caso di stimolo intestinale, è opportuno andare in bagno senza rimandare a un altro momento. L’ideale sarebbe concedersi anche qualche minuto di relax, magari dedicandosi alla lettura».