Humanitas Gradenigo ha formalizzato un percorso clinico per la gestione dei pazienti con rinosinusite cronica, basato sulla medicina di precisione, che permette un approccio diagnostico e terapeutico multidisciplinare, personalizzato e mirato alla patologia infiammatoria dei seni paranasali.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Luca Raimondo, Responsabile di Otorinolaringoiatria e dell’Ambulatorio di Rinologia di Humanitas Gradenigo.
Cos’è la rinosinusite cronica con polipi nasali?
La rinosinusite cronica con polipi nasali è una patologia infiammatoria che coinvolge le cavità nasali e i seni paranasali, caratterizzata dalla presenza persistente di infiammazione e dalla formazione di polipi. I polipi nasali sono escrescenze benigne all’interno delle cavità nasali che, nel tempo, possono ostruire le fosse nasali e compromettere la respirazione, l’olfatto e la qualità di vita in generale. Si tratta di una condizione che, pur essendo benigna, può avere un impatto rilevante sul benessere quotidiano del paziente, specialmente quando associata ad altre malattie respiratorie o allergiche.
Una forma particolare di rinosinusite cronica con polipi nasali è quella sostenuta dall’infiammazione (flogosi) eosinofila di tipo 2, un’infiammazione cronica mediata da specifiche cellule del sistema immunitario chiamate eosinofili. Nella rinosinusite cronica con poliposi nasale, in particolare nelle forme gravi, recidivanti e resistenti ai trattamenti convenzionali, queste cellule immunitarie sono presenti in eccesso e mantengono l’infiammazione attiva tramite la produzione di specifiche molecole dette interleuchine come IL-4, IL-5 e IL-13.
In genere, la forma eosinofila di tipo 2 si associa ad asma bronchiale, dermatite atopica o altre malattie immuno-allergiche. La conoscenza del tipo di infiammazione sottostante è oggi fondamentale per definire la strategia terapeutica più appropriata.
Il percorso diagnostico: valutazione integrata e multidisciplinare
Per i pazienti che si rivolgono all’Ambulatorio di Rinologia di Humanitas Gradenigo è stato studiato un percorso diagnostico preciso, che inizia con una visita specialistica otorinolaringoiatrica e con l’endoscopia nasale per osservare direttamente l’eventuale presenza ed estensione dei polipi e valutarne la severità. In questa fase, l’otorinolaringoiatra raccoglie un’anamnesi dettagliata e valuta la sintomatologia riferita dal paziente, oltre a somministrare questionari che permettono di misurare l’impatto dei sintomi sulla qualità della vita della persona. Quando la diagnosi di rinosinusite cronica con poliposi nasale è confermata, si procede con ulteriori accertamenti per approfondire le caratteristiche del quadro clinico e individuare l’eventuale presenza di una flogosi eosinofila di tipo 2. In questa fase vengono eseguiti esami del sangue, test allergologici, citologia nasale e test del monossido di azoto esalato.
Il percorso diagnostico include anche la valutazione della funzione olfattiva e gustativa, la biopsia dei polipi per l’analisi istologica e gli esami radiologici, come la TC del massiccio facciale. La diagnosi e il piano terapeutico vengono discussi in équipe multidisciplinare, che coinvolge non solo otorinolaringoiatri, ma anche allergologi, pneumologi, reumatologi e gastroenterologi in base alla presenza di altre malattie e disturbi (comorbidità) del singolo caso.
Terapie disponibili, indicazioni alla terapia biologica e follow-up
Il trattamento della rinosinusite cronica con polipi nasali prevede in primo luogo l’utilizzo di corticosteroidi sia topici per via nasale che sistemici, da associare a lavaggi con soluzioni saline per migliorare la pulizia e l’idratazione della mucosa. Nei casi in cui la sintomatologia sia severa o non risponda alla terapia medica, può essere vi è l’indicazione alla chirurgia endoscopica dei seni paranasali.
Negli ultimi anni, l’introduzione dei farmaci biologici ha rappresentato una svolta importante nella cura dei pazienti con forme recidivanti e sostenute da infiammazione eosinofila di tipo 2. Si tratta di anticorpi monoclonali, che agiscono bloccando selettivamente i meccanismi immunitari alla base della malattia. Non tutti i pazienti possono accedere a questo tipo di cura: per usare i farmaci biologici servono alcuni requisiti precisi, tra cui sintomi gravi, uso frequente di cortisone, infiammazione di tipo 2, grave scadimento della qualità della vita, recidiva di malattia nonostante terapia medica e chirurgia.
Una volta avviato il trattamento, il paziente viene seguito regolarmente con visite programmate (follow-up) a due mesi, sei mesi e un anno, durante le quali si rivalutano i sintomi, i parametri clinici e laboratoristici, e l’efficacia della terapia. L’obiettivo dei trattamenti non è solo la riduzione dei polipi, ma il controllo globale dell’infiammazione, la prevenzione delle recidive e il miglioramento della qualità di vita. In base alla risposta del paziente alla terapie, la malattia può essere definita controllata, in remissione o, nei casi più fortunati, potenzialmente curata.