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Palpebre e blefarospasmo: la cura con la tossina botulinica

Intervista al dottor Luca Brusasco, oculista specializzato in Oculoplastica

La tossina botulinica viene da anni utilizzata in diversi ambiti, dalla Dermatologia all’Urologia, dalla Neurologia alla Medicina estetica, passando per l’Oculistica in caso di problemi coinvolgenti i muscoli della palpebra e del volto.

In quali casi si ricorre alla tossina botulinica?

«In Humanitas Gradenigo – afferma il dottor Luca Brusasco, oculista specializzato in Oculoplastica, branca dell’oculistica che si occupa degli annessi oculari (palpebre, vie lacrimali e orbita)utilizzo la tossina botulinica in caso di distonie facciali, cioè spasmi involontari dei muscoli mimici nel distretto cranio-cervicale, tra cui il blefarospasmo essenziale, l’emispasmo facciale, la sindrome di Meige e il torcicollo spasmodico. Causano infatti contrazioni muscolari involontarie e incontrollabili del muscolo del viso e del collo, molto invalidanti e fastidiose per i pazienti che ne soffrono: i problemi non sono infatti esclusivamente estetici, ma di movimento, con difficoltà nella deglutizione o secchezza oculare importante che limita l’apertura dell’occhio stesso del paziente. 

In questi casi l’infiltrazione della tossina botulinica va ad agire direttamente sul muscolo che vibra, rilassandolo, ed è una pratica che ha ampiamente soppiantato l’intervento chirurgico, ad esempio nel trattamento del blefarospasmo essenziale e dello spasmo emifacciale. La tossina botulinica può ricoprire anche un ruolo terapeutico importante nelle forme di contrazioni spontanee facciali che si verificano post-ictus o post paralisi del VII nervo cranico, quindi è un importante supporto anche per i colleghi neurologi».

Come avviene l’infiltrazione della tossina botulinica?

 «Si tratta di micro iniezioni – spiega il dottor Luca Brusasco – da ripetere ogni 4-6 mesi a seconda della problematica, in punti dove il muscolo si contrae: sulle palpebre, nel sopracciglio, sulla fronte o nel collo, in base a dove si verificano le contrazioni. Le controindicazioni al trattamento sono poche: ad esempio non va utilizzato in gravidanza o in caso di patologie muscolari autoimmuni come la miastenia gravis e gli effetti collaterali sono rari e comunque eventualmente limitati nel tempo».

E il botulino in medicina estetica?

«Il botulino è ampiamente utilizzato in Medicina estetica, per rilassare la muscolatura mimica responsabile delle rughe di espressione sulla fronte, sulle sopracciglia (linee glabellari) e perioculari (‘zampe di gallina’). 

La tossina botulinica agisce inibendo il rilascio del neurotrasmettitore acetilcolina: bloccandone il rilascio nei muscoli, si ottiene un effetto naturale di riduzione e/o scomparsa delle rughe e dei segni del tempo. 

 L’effetto comincia a vedersi dopo 3-5 giorni dall’infiltrazione e si ottiene una naturale distensione delle rughe completa dopo 1-2 settimane dal trattamento, con un effetto che perdura per circa 4-6 mesi. La seduta ha una durata di circa 15 minuti ed è praticamente indolore».

Tossina botulinica: esistono falsi miti?

«Circolano moltissime informazioni non corrette e falsi miti da sfatare – dice il dottor Brusasco. Ad esempio che il botulino causi rigidità del volto: falso. L’uso corretto del farmaco, che dipende dall’esperienza del medico, dalla tecnica di somministrazione e dal dosaggio, conferisce invece un aspetto naturale e rilassato. Inoltre molti pazienti erroneamente pensano che il trattamento provochi una paralisi permanente del muscolo. Non è vero: nella terapia con il botulino non si parla di “paralisi”, ma di rilassamento temporaneo del muscolo. La fibra nervosa riprende la sua totale funzione senza essere minimamente danneggiata dopo 4 – 6 mesi dal trattamento. L’effetto ottenuto necessita quindi di essere ripetuto 2-3 volte all’anno se si desidera mantenere i risultati. Infine, non bisogna confondere il botulino con il filler di acido Jaluronico: il primo è un farmaco che crea rilassamento muscolare, il secondo viene iniettato per riempire una ruga profonda. In alcuni casi i due trattamenti possono anche essere abbinati».