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Attenti alle mani, troppo spesso vittime di incidenti sul lavoro

Lesioni da taglio, fratture e lussazioni, amputazioni, infezioni, ustioni e lesioni da iniezione ad alta pressione di sostanze chimiche: «Rappresentano il campionario degli incidenti sul lavoro che possono interessare la mano», spiega il dottor Giorgio Pivato.

Lesioni da taglio, fratture e lussazioni, amputazioni, infezioni, ustioni e lesioni da iniezione ad alta pressione di sostanze chimiche: rappresentano il triste campionario degli incidenti sul lavoro che possono coinvolgere la mano. «Con la sua struttura e la sua funzione così intricata, la mano è uno straordinario lavoro di ingegneria anatomica. Una struttura normale della mano è il presupposto per il corretto funzionamento della mano stessa. Proprio per questo motivo, qualunque lesione a carico di uno dei diversi elementi che la costituiscono può essere causa di gravi conseguenze in termini di limitazione funzionale».

Con queste parole il dottor Giorgio Pivato, responsabile del Centro di Chirurgia della mano di Humanitas Torino, attivo anche presso l’Ospedale Humanitas Gradenigo, introduce il tema dei traumi alla mano che possono essere registrati in ambiente di lavoro.

Dottor Pivato, cosa occorre fare in occasione di un infortunio alla mano?

«La cosa più importante da fare quando ci si trova di fronte a una lesione della mano è un rapido e accurato inquadramento del danno che permetta di mettere in atto il trattamento migliore al fine di ridurre al minimo l’impatto funzionale a breve e a lungo termine. La mano poggia su uno scheletro costituito da 28 ossa (comprese le otto del polso) e se pensiamo che nello stesso piccolo spazio ci sono anche nervi, arterie, vene, muscoli, tendini, legamenti, cartilagini articolari e annessi cutanei come le unghie, è facile capire la varietà di lesioni che si possono verificare a seguito di un trauma alla mano».

A chi occorre rivolgersi in questi casi?

«Chiunque riporti un trauma alla mano, dovrebbe prendere in considerazione di farsi visitare da uno specialista della mano. È ben dimostrato infatti che il potenziale di rischio, a seguito di un trauma, aumenta esponenzialmente quanto maggiore è il ritardo con cui si fa la diagnosi e si mettono in atto le cure adatte. Anche i piccoli tagli dovrebbero essere valutati con attenzione in ambiente specialistico per prevenire infezioni o compromissioni funzionali più serie».

Quanto è importante agire in modo tempestivo?

«Sintomi più gravi come sanguinamento copioso, perdita di sensibilità, perdita di forza o di movimento, amputazione o infezioni, richiedono trattamenti medici di emergenza. Proprio per garantire questo tipo di supporto fondamentale, il Pronto soccorso di Humanitas Gradenigo si è dotato di un servizio di Chirurgia della Mano ad alta specialità».

Quali sono i traumi che più di frequente si registrano sul posto di lavoro?

«Quelli più comuni sono lesioni da taglio, fratture e lussazioni, amputazioni, infezioni, ustioni e lesioni da iniezione ad alta pressione di sostanze chimiche. Benché negli ultimi anni si sia assistito a un’importante riduzione complessiva degli incidenti sul lavoro, le mani rimangono purtroppo l’organo del corpo umano statisticamente più coinvolto dagli eventi traumatici in ambiente lavorativo, addirittura con ,una frequenza doppia rispetto alle altre parti dell’arto superiore».

Come mai proprio le mani patiscono in modo diretto questa condizione?

«Studi e numeri dicono che l’uso appropriato dei guanti di protezione potrebbe ridurre del 70 per cento l’incidenza dei traumi alle mani. Mancanza di sanzioni per chi non segue le regole, scarsa informazione, risorse contingentate per dotarsi dei presidi più idonei, ma soprattutto scarso comfort penalizzano l’utilizzo dei guanti. Un recente studio, pubblicato dalla American Society of Safety Engineers, evidenzia come il 40 per cento dei lavoratori manuali, intervistati sul motivo per cui non indossassero i guanti di protezione, ha risposto che la perdita di sensibilità alle dita, l’impaccio funzionale con diminuita destrezza articolare e il surriscaldamento delle mani costituivano problemi troppo rilevanti per poter svolgere correttamente la propria mansione».

Quale può essere la strada utile a migliorare questa situazione?

«Dotarsi di attrezzature confortevoli, provvedere a un adeguato programma di informazione sui rischi dei traumi alle mani e sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione, così come istituire delle sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme di sicurezza, porterebbe a una drastica diminuzione di questi eventi cui si accompagnerebbe un sensibile abbattimento dei costi sociali per la presa in carico delle invalidità».