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Le “Storie di Cura” di Humanitas Gradenigo si aprono alla città

Oltre alle trenta storie di medici, infermieri, personale di staff e pazienti, pubblicate sul sito dell’ospedale, dallo scorso 9 ottobre le “Storie di Cura” sono sul sito del quotidiano “La Stampa” per raccontare chi, a Torino, si preso in qualche modo cura della nostra città.

 

Sono trenta le “Storie di cura” che Humanitas Gradenigo ha raccolto tra medici, infermieri, personale di staff e pazienti. Sono tutte pubblicate sul sito storiedicura.gradenigo.it e sono ciascuna un salto dentro la cura: racconti personali, malattie grandi e meno grandi, esperienze vissute da chi indossa il camice e da chi vi si rivolge. L’ospedale di corso Regina Margherita 10 si prende cura di Torino e dei suoi abitanti dal 29 gennaio 1900, giorno in cui il professor Giuseppe Gradenigo, otorinolaringoiatra, aprì la prima sede in via Reggio, a due passi dalla Dora.

Le ultime “Storie di cura” pubblicate parlano del dottor Mohammad Ayoubi, gastroenterologo che lavora in Gradenigo dal 1993 e che era diventato lo specialista di fiducia delle suore dell’ospedale; della dottoressa Ilaria Messuti, giovane endocrinologa che nei giorni più drammatici del Covid-19 si era unita alla “trincea” dei reparti più critici; dell’ancor più giovane Chiara Chiumiento, infermiera assunta dopo aver vinto il concorso che aveva richiamato iscritti da tutta Italia. Parlano di Pino Oliveri e Michele Quinto, componenti della affiata squadra di manutentori che “cura” l’ospedale”. Parlano di Oncologia e di due pazienti che attraverso lo sport e l’appassionata cura del dottor Davide Ottaviani hanno affrontato la malattia con grinta e risultati da manuale.

“Storie di cura” è la campagna che Humanitas Gradenigo ha lanciato lo scorso 7 aprile, Giornata mondiale della Salute e anniversario della prima dimissione dall’ospedale di un paziente colpito dal Covid-19. “Storie di cura” è il racconto di come da oltre un secolo l’ospedale si prenda cura, attraverso il lavoro di medici e infermieri, di Torino e della salute dei suoi abitanti. Aperto dal professor Gradenigo nel 1900, l’ospedale ha compiuto 120 anni nel 2020, giusto pochi giorni prima di essere coinvolto nella gestione dell’emergenza Covid-19. È un ospedale profondamente radicato nel territorio, il più vicino al centro città nonché un testimone diretto della storia di Torino: distrutto dalle bombe durante la Seconda guerra mondiale, ricostruito e ampliato sotto la guida delle suore Figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli, rilevato nel 2016 da Humanitas che in pochi anni ne ha riavviato servizi e percorsi di cura al servizio della città.

Dallo scorso 9 ottobre, “Storie di Cura” si è aperto alla città e, in collaborazione con “La Stampa”, racconta ogni sabato sul sito del quotidiano torinese con un articolo e una video-intervista la storia di chi, in qualche modo, si è preso cura della nostra città. Dai volontari dell’ABIO, preziosi quanto efficienti nella conduzione del Centro vaccinale di Humanitas Gradenigo, a quelli delle Biblioteche civiche torinesi, baluardo solidissimo per chi è ricoverato in ospedale e si affida alla lettura. Fino all’architetto Armando Baietto, deus ex machina del “Basic Village” di BasicNet che da fabbrica industriale è diventato un’attività modello per tutta Europa e, per quasi sei mesi, il luogo di cura per chi si è vaccinato contro il Covid-19.