COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Prenotazioni
011.1910.1010
Centralino
011.1910.1001

“Io vedo le stelle”: lunedì 14 febbraio è la Giornata mondiale dell’Epilessia

L’astronauta Umberto Guidoni è il testimonial della campagna promossa dalla LICE (Lega italiana contro l’epilessia) e che conta sul contributo dell’ambulatorio per le epilessie di Humanitas Gradenigo.

 

Ricorre lunedì 14 febbraio la Giornata mondiale dell’Epilessia, appuntamento che come ogni si impone di sensibilizzare su una patologia assai diffusa: «Si tratta di una patologia che colpisce a tutte le età – spiega il dottor Pietro Pignatta, responsabile della Neurologia dell’Ospedale Humanitas Gradenigo di Torino e rappresentante regionale della LICE (Lega italiana contro l’epilessia) – con maggiori evidenze nell’età infantile-adolescenziale e negli anziani. I dati epidemiologici in nostro possesso dicono che oggi l’epilessia interessa circa una persona su 100».

Ma che cos’è l’epilessia? «Si tratta – risponde ancora il dottor Pignatta – di un disturbo del sistema nervoso centrale caratterizzato da scariche abnormi da parte delle cellule cerebrali che inducono alterazioni di coscienza e vigilanza fino alle convulsioni con perdita di coscienza».

La campagna di quest’anno della LICE si chiama “Io vedo le stelle” e ha lo scopo di sensibilizzare contro lo stigma sociale che comporta l’esclusione di chi convive con l’epilessia. Testimonial della Giornata mondiale dell’Epilessia è Umberto Guidoni, l’astronauta italiano che nel 2011 fu il primo europeo a mettere piede sulla Stazione Spaziale Internazionale ISS.

L’ambulatorio per le epilessie di Humanitas Gradenigo fa parte dal 2017 dei Centri riconosciuti dalla LICE ed è l’unico ambulatorio non universitario per adulti riconosciuto in Piemonte. Gestisce anche le epilessie con indicazione chirurgica e fornisce il proprio contributo al Registro internazionale gravidanze: «Il legame con la LICE stimola ancor di più il contatto e lo scambio con altri medici e ospedali italiani – conclude il dottor Pignatta – facendo sì che la rete si prenda cura di questa patologia in modo omogeneo e appropriato».