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Influenza, raggiunto il picco di diffusione: «In Pronto soccorso solo se necessario»

In Piemonte l’incidenza settimanale delle sindromi Influenzali ha toccato 9,7 casi su 1000 assistiti. Dal CEDC (Centro europeo per il controllo delle malattie) quattro consigli per tenerla lontana, anche se la misura preventiva più efficace contro l’influenza rimane sempre il vaccino.

 

 

Ha probabilmente raggiunto il suo picco di diffusione l’influenza stagionale che in Piemonte sta riguardando un numero ragguardevole di persone. Come rende noto il Seremi (Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive), nella settimana tra il 20 e il 26 gennaio l’incidenza settimanale delle sindromi Influenzali è aumentata e ha raggiunto 9,7 casi per 1.000 assistiti. Significa che nella settimana da poco conclusa sono stati registrati circa 42mila casi che portano a 296mila il totale dall’inizio della stagione. L’incidenza settimanale è in aumento nella fascia d’età pediatrica 0-14 anni, dove ha raggiunto i 19 casi per 1000 assistiti (58,7 per i bambini con meno di 5 anni e 13,5 nella fascia 5-14 anni) e nell’età adulta (8,6 casi per 1000 assistiti). Risulta invece in leggera diminuzione per gli ultra 65enni, tra i quali si stimano in questa settimana 3,2 casi per 1000 assistiti.

L’influenza è una malattia respiratoria capace di manifestarsi in forme di gravità diversa: può richiedere il ricovero in ospedale e, in alcuni casi, diventare addirittura causa di morte. «Ogni anno la sindrome influenzale mostra sintomatologie diverse – afferma il dottor Giorgio Carbone, responsabile della Medicina e Chirurgia di urgenza di Humanitas Gradenigo -. È di natura virale e va quindi affrontata con gli opportuni farmaci sia che si tratti di infiammazione delle alte vie aeree sia che assuma una forma di carattere gastroenterologico». Ogni anno contribuisce ad aumentare in modo massiccio l’afflusso al Pronto soccorso degli ospedali: «Di fronte all’influenza stagionale – prosegue il dottor Carbone – sarebbe meglio non recarsi in Pronto soccorso. O meglio, sarebbe bene farlo solo per le eventuali complicanze, come una febbre che dopo quattro o cinque giorni non passa e non arretra di fronte normali terapie sintomatiche. È sempre bene ricordare che prima di andare in Pronto soccorso è meglio consultare il proprio medico di famiglia e decidere con lui».

Come si trasmette l’influenza? Attraverso le goccioline di saliva di chi tossisce o starnutisce oppure attraverso il contatto diretto o indiretto con le secrezioni contaminate, di solito ha un periodo di incubazione che va da due a quattro giorni. L’ECDC (Centro europeo per il controllo delle malattie) ha diffuso un elenco di quattro raccomandazioni per provare a tenerla lontana:

lavare di frequente le mani (se non c’è acqua, vanno bene anche i gel alcolici);

– mantenere una buona igiene respiratoria coprendo bocca e naso quando si tossisce o starnutisce, trattando i fazzoletti e lavandosi le mani;

Isolarsi a casa se si cade in malattie respiratorie febbrili, in special modo in fase iniziale;

– utilizzare le mascherine se ci si trova in un ambiente sanitario come l’ospedale e si avverte una sintomatologia influenzale.

In ogni caso, la misura preventiva più efficace contro l’influenza rimane il vaccino. In ottica di prevenzione, anche quest’anno s’è svolta con successo la campagna di sensibilizzazione “Più vicini col vaccino”, attivata in Humanitas Gradenigo per invitare dipendenti e collaboratori dell’Ospedale a vaccinarsi contro l’influenza, una scelta consapevole che medici e operatori sanitari hanno realizzato con senso di responsabilità e sicurezza verso i pazienti e verso le persone più deboli ed esposte.