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In Humanitas Gradenigo la colonscopia virtuale: meno invasiva e meglio tollerata

«In Humanitas Gradenigo è disponibile per i pazienti esterni e per quelli ricoverati la colonscopia virtuale, minimamente invasiva rispetto alla colonscopia tradizionale e con una ridotta esposizione ai raggi X. Può essere utilizzata nei casi di intolleranza ma anche come screening per le neoplasie del colon retto», spiega il dottor Andrea Ferraris, responsabile della Diagnostica per immagini.

 

«La colonscopia virtuale è un’indagine radiologica che permette di studiare il colon attraverso ricostruzioni tridimensionali ricavate da immagini di tomografia computerizzata (TC)». Il dottor Andrea Ferraris, responsabile della Diagnostica per immagini, introduce con queste parole l’esame disponibile per i pazienti di Humanitas Gradenigo, che completa l’offerta diagnostico-terapeutica per le patologie del colon retto insieme con il servizio di Endoscopia diretto dal dottor Mohammad Ayoubi e la Chirurgia generale diretta dal dottor Renzo Leli, per cui l’Ospedale è da sempre importante punto di riferimento per il territorio: «Si tratta di una procedura minimamente invasiva, soprattutto se confrontata con la colonscopia tradizionale – spiega il dottor Ferraris – poiché condotta grazie all’introduzione di una piccola sonda rettale attraverso la quale il colon viene disteso utilizzando dell’aria o dell’anidride carbonica». Oggi la colonscopia virtuale può essere eseguita in Humanitas Gradenigo ed è a disposizione dei pazienti esterni e di quelli ricoverati in Ospedale.

La colonscopia virtuale è in grado di identificare polipi maggiori o uguali a sei millimetri, comunemente considerati più a rischio di evoluzione patologica, oltre alla presenza di lesioni neoplastiche o di patologie diverticolari. «Per la ridotta invasività e la minore esposizione ai raggi X, la colonscopia virtuale può anche essere utilizzata come screening per le neoplasie del colon retto – sottolinea il dottor Ferraris -. Questo esame è inoltre indicato nei casi in cui non sia stato possibile completare uno studio endoscopico tradizionale per la presenza di stenosi invalicabili allo strumento endoscopico o per la difficoltà del paziente a sopportare l’intera procedura tradizionale».

 

Per sottoporsi all’esame è necessaria una preparazione che prevede nei giorni precedenti una dieta adeguata e l’utilizzo di farmaci per favorire la pulizia intestinale, particolarmente importante per garantire una buona accuratezza diagnostica all’esame. «Nelle due-tre ore precedenti al paziente verrà inoltre somministrato per via orale un mezzo di contrasto idoneo ad ottenere una marcatura delle feci eventualmente ancora presenti a livello colico. L’utilizzo del mezzo di contrasto endovenoso è invece strettamente legato al quesito diagnostico», chiarisce il dottor Ferraris.

 

Durante la colonscopia virtuale vengono eseguite due acquisizioni a decubito prono e supino con tecnica a bassa dose di radiazioni ionizzanti e i dati ottenuti vengono ricostruiti al computer per creare “virtualmente” il quadro endoscopico tradizionale. «Per questi motivi la colonscopia virtuale è solitamente ben tollerata dai pazienti – conclude il dottor Ferraris – ma è importante ricordare che durante questo esame non è possibile eseguire prelievi bioptici o asportare piccoli polipi, pertanto un riscontro positivo richiederà il completamento con esame tradizionale mirato».