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Il Centro vaccinale di Humanitas Gradenigo supera le 60mila dosi In via Vela viene somministrata anche la terza dose di anti Covid-19

Aperto lo scorso 18 marzo all’interno dell’ospedale, il Centro non si è mai fermato:
si è spostato prima al BasicVillage e, dallo scorso 14 settembre, al Centro congressi dell’Unione industriale, sempre in collaborazione con l’ASL Città di Torino.

 

Ha superato le 60mila dosi di vaccino somministrate alla popolazione torinese e, dallo scorso 21 settembre, sta fornendo laddove indicato anche la terza dose di anti Covid-19.

Il Centro vaccinale di Humanitas Gradenigo ha aperto la propria attività all’interno dell’ospedale lo scorso 18 marzo e non si è mai fermato. Dapprima trasferendosi all’interno del BasicVillage di corso Regio Parco 39 e realizzando la prima collaborazione tra un’azienda sanitaria e un’azienda privata del territorio, poi spostandosi al Centro Congressi dell’Unione Industriale di via Vincenzo Vela 17, sempre in piena sinergia con l’ASL Città di Torino.

Presso l’Unione Industriale, il Centro vaccinale di Humanitas Gradenigo osserva orario continuato dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 17. Dallo scorso 8 novembre, sta provvedendo inoltre alla terza dose di vaccinazione del personale delle strutture Humanitas di Torino: l’ospedale Humanitas Gradenigo, le cliniche Humanitas Cellini e Fornaca.

Proprio il personale sanitario e medico della Clinica Fornaca aveva gestito, dallo scorso 3 giugno, l’hub vaccinale del Centro Congressi di via Vincenzo Vela provvedendo alla vaccinazione dei dipendenti delle 250 aziende associate aderenti all’iniziativa. Dal 14 settembre il Centro è rientrato sotto la competenza di Humanitas Gradenigo rivolgendosi alla popolazione generale.

Il traguardo delle 60mila somministrazioni complessive il contributo alla più che mai attuale terza dose rappresentano una naturale estensione dell’impegno che l’ospedale ha assunto di fronte all’emergenza Covid-19 fin dalla prima ondata della primavera 2020, quando Humanitas Gradenigo destinò oltre 100 posti letto e cinque reparti ai pazienti che necessitavano di cure legate al virus.