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Gradenigo: riconoscimento internazionale per l’Oncologia

L’utilizzo sistematico delle cure palliative aiuta i pazienti colpiti da tumore: garantisce loro una migliore qualità di vita e li mette in condizione di ridurre il numero di passaggi in Pronto soccorso.

Sono questi i risultati di uno studio appena pubblicato dal prestigioso “European Journal of Cancer”, condotto in tutta Italia in alcuni tra i principali Centri di studio per la cura dei tumori e che ha coinvolto l’Oncologia dell’Ospedale Humanitas Gradenigo di Torino, diretta dal dottor Alessandro Comandone.

Agli oltre 200 pazienti affetti da tumore al pancreas che hanno partecipato allo studio sono state somministrate cure palliative continuative, garantite anche nel corso dei diversi cicli di chemioterapia. Un modo di superare la precedente modalità “on demand” e di stare accanto al paziente in ogni momento del suo percorso di cura. «Il miglioramento nella qualità di vita di queste persone è risultato evidente – afferma il dottor Comandone -, tanto da permettere loro attività quotidiane che di norma non sono possibili per chi si trova sotto trattamento chemioterapico».

E’ stato il dottor Ferdinando Garetto, che a Humanitas Gradenigo si occupa dal 2001 di cure palliative, a seguire direttamente i trenta pazienti torinesi coinvolti nello studio. «E’ fondamentale prendersi cura del paziente anche dopo la chemioterapia – spiega -: esistono ricoveri di sollievo e supporto nonché cure di trattazione eseguite in Day Hospital. Si tratta di misure utili a favorire una positiva reazione fisica, psicologica e spirituale del paziente. I risultati dello studio evidenziano l’impatto significativo delle cure continuative».

A oggi circa il 40 per cento dei pazienti colpiti da neoplasia entra nell’ambito delle cure palliative, vale a dire tutto ciò che non ha a che fare con il contrasto diretto della malattia. Si tratta di trattamenti svolti affinché l’organismo vada incontro alla malattia e la affronti. Nutrizione, idratazione («Integrare liquidi, sodio e potassio, correggere calcemia e albumina sono gli interventi più frequenti», precisa il dottor Comandone) e trasfusione in presenza di una forte anemia, ma anche terapie mirate alla crescita dei globuli bianchi (ridotti dalla chemioterapia) e alla gestione del dolore («Richiede un monitoraggio continuo perché la sua multifattorialità ne rende ancora più complessa la lettura») nonché supporto psicologico.

L’impegno di Humanitas Gradenigo per le cure palliative è stato peraltro ribadito lo scorso ottobre a Copenaghen dall’ESMO (European society of medical oncology) che ha confermato l’Oncologia dell’ospedale come Centro di eccellenza per le cure palliative. Un riconoscimento di grande importanza, giunto dopo un severo percorso di controlli e e verifiche, che premia il lavoro di Humanitas Gradenigo, unico ospedale torinese in possesso di tale prestigioso riconoscimento.

Humanitas Gradenigo fa parte della Rete oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta. Negli ultimi due anni il ruolo di Centro di riferimento per sei patologie (colon-retto, tiroide, ovaio, stomaco, tumori urologici, tumori rari e sarcomi) ha condotto l’ospedale a essere ancor di più un punto di riferimento per i pazienti affetti da malattia oncologica, affidati come tradizione alle cure dell’équipe di professionisti guidata dal dottor Alessandro Comandone.​