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Con la visione 3D l’Oculistica di Humanitas Gradenigo diventa più sicura e accurata

Il rivoluzionario sistema per la microchirurgia oculare risulta utile anche per la chirurgia della macula e della retina ed è utilizzato dall’équipe diretta dal dottor Panico: «Meno traumatico e meno invasivo, garantisce risparmio di tempo chirurgico e maggior accuratezza e sicurezza».
Humanitas Gradenigo è l’unico ospedale del Piemonte, uno dei pochissimi in Italia, a utilizzarlo.

 

Un rivoluzionario sistema di visione 3D per la microchirurgia oculare: è quello utilizzato dall’équipe di Oculistica di Humanitas Gradenigo, diretta dal dottor Claudio Panico, per una chirurgia più sicura, accurata e precisa, ma meno traumatica e meno invasiva, fruibile anche per la chirurgia della macula e della retina.

Si tratta di un sistema unico in Piemonte e tra i pochissimi in Italia e consiste in un microscopio operatorio digitale con OCT integrato, associato a uno schermo gigante da 60 pollici ad alta definizione che permette una visione tridimensionale del campo chirurgico attraverso l’uso di speciali occhiali, come nei film 3D.

Dottor Panico, come descriverebbe l’efficacia del sistema di visione 3D?

«Mentre nella chirurgia tradizionale il microscopio ottico ingrandisce l’occhio fino alle dimensioni di un’arancia, sullo schermo gigante 3D ad alta definizione del nuovo sistema, appare un’immagine digitale elaborata elettronicamente delle dimensioni di un ombrello aperto».

Quali sono i vantaggi per i pazienti?

«Quelli di poter affrontare una chirurgia più sicura, accurata e precisa, ma allo stesso tempo meno traumatica e meno invasiva. Il chirurgo lavora su immagini più grandi e definite grazie all’elaborazione digitale. L’aumento di cinque volte della profondità di campo e la visione panoramica completano la possibilità di navigare tra le strutture microscopiche in estrema sicurezza, con livelli di illuminazione molto bassi, eliminando i problemi di foto-tossicità della chirurgia tradizionale. Tutto ciò dipende dal fatto che l’immagine non è ottica, ma digitale, quindi rielaborata elettronicamente al fine di ottenere una qualità impensabile con i sistemi tradizionali».

Cosa aggiunge la presenza dell’OCT a questo rivoluzionario sistema di visione 3D?

«L’OCT è uno speciale ecografo laser in grado di mappare la retina, con una capacità di risoluzione delle immagini impensabili per l’occhio del chirurgo, anche se aiutato da un microscopio. L’introduzione nel microscopio operatorio di un OCT coassiale permette di controllare in ogni momento l’evoluzione dell’intervento stesso e la sua radicalità, con risparmio di tempo chirurgico e maggior accuratezza e sicurezza, sovrapponendo sullo schermo gigante le immagini OCT a quelle operatorie».

Quali sono le patologie oculari che ne traggono maggior benefici?

«Risulta fondamentale nella chirurgia della macula, zona della retina dal diametro di cinque millimetri, dove si asportano membrane trasparenti dello spessore di 7 millesimi di millimetro, come i pucker e i fori maculari. Ma è molto importante anche nei distacchi di retina e nella retinopatia diabetica proliferante. Le micropinze entrano in un ago da insulina e, sullo schermo, assumono le dimensioni di una mano, mentre le membrane trasparenti del calibro di pochi micron assumono l’aspetto di un tovagliolo, rendendo tutta la chirurgia più semplice e sicura».

Ci sono altre caratteristiche innovative nella vostra chirurgia vitreoretinica?

«Abbiniamo il nuovo gold standard, una vitrectomia a piccolo calibro 27 Gauge, cioè una chirurgia endoscopica con aghi da insulina di 400 micron di diametro, attraverso cui possono arrivare sulla retina le pinze, le forbici e tutti gli strumenti necessari, senza necessità di punti di sutura alla fine dell’intervento. Si ottiene così il connubio ideale per il raggiungimento del massimo livello di delicatezza ed efficacia in microchirurgia, senza eguali al mondo».