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Chirurgia vascolare, nuovo ambulatorio in Humanitas Gradenigo

Sotto la guida del dottor Farhang Farsi, il Centro si occupa di tutte le patologie vascolari: «Visita specialistica ed esami mirati risultano fondamentali per una corretta diagnosi e per la prevenzione di ictus, ischemie ed emorragie causate dalla rottura di aneurismi».

 

«Le patologie vascolari riguardano, con dilatazioni o restringimenti, i vasi sanguigni arteriosi e venosi di tutti i distretti corporei. Le arteriopatie, in particolare, possono presentare uno sviluppo progressivo ma subdolo perché asintomatico: una visita specialistica ed esami mirati permettono la diagnosi del problema e l’intervento sull’evoluzione di una malattia che, se trascurata, può condurre fino a complicanze gravi quali ictus, ischemie o emorragie causate dalla rottura di aneurismi». E’ quanto afferma il dottor Farhang Farsi, responsabile dell’ambulatorio di Chirurgia vascolare attivo in Humanitas Gradenigo dallo scorso mese di giugno.

Lavorando di concerto con la Diagnostica vascolare che fa riferimento al dottor Claudio Rabbia, l’ambulatorio di Chirurgia vascolare mette a disposizione dei pazienti l’intera assistenza ambulatoriale e di ricovero per la diagnosi e il trattamento di tutte le patologie vascolari. «Oggi – prosegue il dottor Farsi – il chirurgo vascolare è di fatto l’unico specialista in grado di offrire tutte le tipologie di trattamento delle patologie arteriose e venose, da quello chirurgico tradizionale a quello endovascolare mininvasivo».

Il dottor Farsi divide le patologie arteriose in due gruppi principali: le patologie dilatative e le patologie steno-ostruttive. «Del primo gruppo fanno parte gli aneurismi – spiega -: nella maggior parte dei casi riguardano l’aorta addominale e possono essere affrontati per via endovascolare con le nuove tecniche di endoprotesi o per via tradizionale con la chirurgia open». Se per l’aneurisma dell’aorta addominale la rottura rappresenta la complicanza peggiore, per l’aneurisma popliteo il rischio è invece quello della trombosi: «In entrambe le situazioni occorre agire in anticipo – puntualizza il dottor Farsi -, prima cioè che gli aneurismi raggiungano rispettivamente il diametro di 50 e 20 millimetri. In ogni caso l’esame diagnostico più efficace risulta l’Ecocolordoppler, da affidare alle mani esperte di uno specialista che, dopo visita ed esame, saprà indirizzare al meglio la terapia del paziente».

Ecocolordoppler fondamentale anche per una delle principali patologie steno-ostruttive delle arterie: quella dei tronchi sovraortici, metodica utilizzata per studiare e monitorare i vasi sanguigni che nutrono le strutture del capo nonché per la diagnosi delle malattie cerebrovascolari. «Lo considero un esame essenziale per chi ha superato il 60esimo anno d’età – osserva il dottor Farsi -, anche perché l’85 per cento dei pazienti con arteriopatia carotidea risulta del tutto asintomatico». Pure in questo caso affidarsi allo specialista può risultare decisivo: «Valutare la morfologia della placca può suggerire un intervento rapido che nel 75 per cento dei casi viene eseguito con chirurgia tradizionale in anestesia loco-regionale e con un ricovero di due giorni».

La patologia arteriosa degli arti inferiori viene invece spesso introdotta dalla cosiddetta “claudicatio intermittens” che rende difficoltosa la camminata del paziente e lo induce a rivolgersi al medico di famiglia: «In questo caso il trattamento è molto più semplice – chiude il dottor Farhang Farsi -: l’Ecocolordoppler evidenzia le stenosi lungo l’albero femoro-popliteo che, nel 90 per cento dei casi, possono essere trattate per via endovascolare con tecniche mininvasive, ripetibili anche a distanza di poco tempo».