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Tumore della prostata


Che cos’è il tumore della prostata? 

Il tumore della prostata colpisce è il tumore maschile più diffuso nel mondo occidentale. Colpisce circa il 30% degli uomini over 50 e riguarda l’80% di coloro che hanno già compiuto 80 anni. In Italia, ogni anno, si stimano circa 44 mila nuovi casi.

La prostata è una ghiandola dell’organismo maschile, deputata alla produzione e all’immagazzinamento del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. È posta sotto la vescica, è grande come una noce e talvolta può ingrossarsi; un suo ingrossamento non è sempre associato alla presenza di un tumore.

Il tumore della prostata ha una crescita lenta e in genere rimane confinato alla ghiandola. Alcune forme più aggressive però possono diffondondersi anche ad altri organi.

Quali sono le cause del tumore della prostata?

All’origine del tumore della prostata vi è una mutazione nel DNA delle cellule, che determina una loro proliferazione anomala e un loro conseguente accumulo che va a formare il tumore.

Sono ritenuti fattori di rischio:

  • età superiore ai 65 anni;
  • familiarità;
  • obesità;
  • dieta ricca di grassi saturi;
  • gli uomini appartenenti alla comunità afroamericana sono più a rischio degli altri, anche se le cause di questa differenza sono sconosciute.

Come si effettua la diagnosi?

In genere, la diagnosi si verifica nel corso degli esami di screening. Agli esordi questo tumore è in genere asintomatico, e nel 30% dei casi viene individuato in stadio avanzato.

Gli esami utili per la diagnosi sono:

  • Esplorazione rettale: il medico palpa con un dito inserito nell’ano del paziente, la parete posteriore della prostata premendo contro la parete dell’ano. Circa il 70% dei tumori infatti si sviluppa vicino alla parte esterna della prostata e possono talvolta essere individuati nel corso dell’esplorazione rettale.
  • Esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico): prelievo di sangue con il dosaggio del livello ematico di PSA, una sostanza prodotta dalla prostata per fluidificare il liquido seminale. Elevati livelli di PSA o livelli crescenti nel tempo potrebbero essere spia di una prostatite, di un’ipertrofia prostatica o anche di un tumore della prostata.
  • Biopsia: in presenza di un sospetto, il medico può suggerire una biopsia prostatica multipla per via transrettale, in anestesia locale, mediante centratura ecografica. I campioni di tessuto prelevati vengono analizzati in laboratorio al fine di accertare o escludere la presenza di cellule neoplastiche.

L’Urologia di Humanitas Gradenigo è dotata della Fusion Biopsy ed è il primo Centro in Italia ad adottare un nuovo modello che, a seconda della sede in cui si trova la lesione prostatica, consente di utilizzare un accesso transrettale o transperineale. Questo permette di raggiungere ancora meglio la lesione e di ottenere ulteriore precisione nella diagnosi.

La Fusion Biopsy è una tecnologia che fonde le immagini della Risonanza magnetica con quelle dell’Ecografo in 3D, garantendo così l’esecuzione di una biopsia mirata, utile a localizzare con maggiore precisione il tumore della prostata e a ottenere una diagnosi più accurata.

La Risonanza Magnetica multiparametrica della prostata è al momento l’unica procedura in grado di individuare con grande precisione la sede e il volume di una o più zone sospette per tumore. L’Ecografo in 3D invece crea una mappa tridimensionale dei prelievi bioptici, con cui ricostruire la localizzazione e il volume del tumore. Fondendo le immagini della Risonanza Magnetica con quelle dell’Ecografo in 3D, la Fusion Biopsy consente di eseguire una biopsia mirata sulla zona sospetta, riducendo  il numero di prelievi bioptici, il discomfort del paziente e le possibili complicanze.