Cos’è l’infezione da Papilloma virus?
La maggior parte dei casi di HPV (che comprende oltre 200 genotipi virali) provoca lesioni benigne, come condilomi o papillomi sulle mucose genitali e orali, così come verruche sulla pelle (di piedi, mani o viso). Le infezioni HPV genitali spesso guariscono naturalmente; una minoranza, invece, può svilupparsi lentamente in un tumore (quasi sempre un tumore del collo dell’utero) se non riceve cure. La popolazione più colpita è quella femminile in giovane età. Le infezioni sono più comuni quando il sistema immunitario è indebolito.
Le caratteristiche dell’infezione da Papilloma virus
Il tipo e la famiglia virale determinano l’impatto dell’infezione da Papilloma virus. Il virus si replica in genere sfruttando le cellule della pelle e della cute, causando una crescita eccessiva (iperplasia), che porta a condilomi e papillomi nelle mucose e nella pelle, escrescenze spesso ricoperte da uno strato di ipercheratosi (un tratto distintivo di alcune forme di infezione).
Tuttavia, i tipi di HPV che possono causare lesioni che possono diventare più gravi interessano:
- il naso, il palato, la lingua, le tonsille, la faringe e la laringe;
- il glande, il pene e lo scroto;
- il perineo, la vagina, l’utero e la cervice uterina. È possibile che si sviluppi un tumore se l’infezione persiste vicino alla cervice uterina per diversi anni. Tuttavia, questo cambiamento è raro sotto i 30 anni e, in più del 90% dei casi, l’organismo è in grado di affrontare il virus.
Gli HPV che causano infezioni agli organi genitali sono classificati in due categorie principali:
- a basso rischio oncogeno causato dai genotipi HPV 4, 6, e 11;
- ad alto rischio oncogeno, un gruppo costituito da 14 genotipi (HPV 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 66, 68). In ogni caso, causano lesioni neoplastiche in meno dell’1% degli infettati, e possono spesso essere trattati a livello delle modifiche cellulari che provocano.
Se le alterazioni alle mucose dovessero trasformarsi in tumore, questo processo sarà molto lento e richiede da quattro a dieci anni.
Le cause scatenanti dell’infezione da Papilloma virus
La principale via di trasmissione dell’infezione genitale da Papilloma virus umano è attraverso rapporti sessuali. La trasmissione può anche verificarsi attraverso un contatto fisico se ci sono cellule virali attive e si hanno abrasioni, tagli o lesioni della pelle o delle mucose.
Il contatto con le mucose orali e genitali può causare infezioni delle vie respiratorie o del cavo orale, che sono particolarmente pericolose.
Se si entra in contatto con superfici o asciugamani che una persona infetta ha precedentemente utilizzato, è possibile contrarre l’infezione, ma con una frequenza significativamente inferiore.
Altri fattori di rischio comprendono:
- essere già affetti da infezioni sessualmente trasmissibili;
- essere fumatori;
- essere obesi;
- non avere un’alimentazione salutare.
I sintomi tipici dell’infezione da Papilloma virus
Il tipo di infezione contratta dal Papilloma virus umano determina i sintomi accusati. Le verruche, che possono essere comuni, plantari o genitali, sono i segni più comuni delle infezioni da HPV a basso rischio.
I condilomi, o verruche genitali, sono piccole escrescenze disposte a grappolo con una forma simile a un cavolfiore. Talvolta raggruppate diversamente o piatte, possono trovarsi:
- intorno ai genitali esterni e all’interno della vagina;
- sul perineo, che si trova tra la vulva e l’ano;
- all’interno o intorno all’ano.
Altri sintomi associati possono essere fastidio generale e al contatto con gli indumenti e prurito.
Esami diagnostici di II° livello, come la vulvoscopia, la colposcopia o la scopia del cavo orale, possono rivelare i cambiamenti citologici (a livello cellulare) e istologici (a livello tissutale) provocati dai ceppi di HPV ad alto rischio.
Come prevenire l’infezione da Papilloma virus?
L’unico modo efficace di prevenire l’infezione da HPV è vaccinarsi. Il vaccino HPV è disponibile da oltre 25 anni e protegge la cervice uterina dai ceppi più aggressivi che si sviluppano in forme maligne e dai ceppi a basso rischio ma più contagiosi.
In molti paesi occidentali, il vaccino è ora incluso sia nella programmazione consigliata che nella programmazione obbligatoria per gli adolescenti. Il vaccino HPV più recente impedisce ai ceppi HPV di proliferare, che sono responsabili di quasi la totalità dei tumori. Il vaccino non contiene materiale genetico, quindi non può infettare le cellule né replicarsi. Utilizza invece proteine che stimolano il sistema immunitario a reagire contro l’infezione.
La somministrazione è generalmente effettuata prima del contatto con l’HPV, quindi prima dell’inizio dell’attività sessuale.
A seguire alcune informazioni sul Gardasil 9 nonavalente, il vaccino attualmente somministrato:
- protegge dagli stereotipi 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58 che sono responsabili della maggior parte delle lesioni precancerose ano-genitali ed orali;
- è disponibile a partire dagli 11 anni;
- anche gli adulti o coloro che sono già stati infettati dal virus potrebbero ricevere il vaccino, secondo quanto sostenuto da alcuni studi;
- può essere somministrato in due dosi al momento della prima iniezione, con la seconda dose tra cinque e tredici mesi dopo la prima.
- può essere somministrato in tre dosi contemporaneamente alla prima iniezione dai 15 anni in su, con la seconda dose da somministrare un mese dopo la prima, mentre la terza a tre mesi di distanza dalla seconda.
- la durata del ciclo è di dodici mesi.
Al fine di evidenziare rapidamente le lesioni e provvedere al loro trattamento, si raccomanda l’esecuzione di un Pap test ogni 3 anni dai 25 anni in su, e di un test HPV DNA ogni 5 anni dai 33 anni.
Inoltre, si consiglia di mantenere i piedi asciutti e puliti quando si è in aree pubbliche come bagni o piscine, evitando di condividere prodotti personali come gli asciugamani. Si sottolinea che il rischio di contrarre l’infezione può essere limitato (ma non ridotto a zero) utilizzando regolarmente un preservativo, così come evitando i rapporti occasionali. Infine, si suggerisce di non mangiarsi le unghie per evitare di far diffondere le verruche dalle mani alla bocca.
Come ottenere una diagnosi di infezione da Papilloma virus?
A livello diagnostico, può essere necessario quanto segue:
- un consulto ginecologico o dermatologico, affinché lo specialista possa notare eventuali lesioni sulla pelle o sulle mucose del paziente;
- un Pap test (o un test che rilevi il DNA del virus) per diagnosticare le alterazioni istologiche e citologiche;
- Biopsie mirate delle mucose genitali (tramite colposcopio).
La terapia per l’infezione da Papilloma virus
In molti casi, saranno necessari 1-2 anni affinché il sistema immunitario agisca e porti alla regressione dell’infezione. Tuttavia, si sottolinea che, anche dopo la scomparsa delle verruche, il virus può rimanere nell’organismo.
Se le lesioni non guariscono, si interviene in modo mirato in base alla loro natura. In particolare:
- verruche cutanee: creme antivirali o soluzioni topiche iperacidificanti, procedure chirurgiche locali come curettage, diatermocoagulazione, laserterapia e crioterapia;
- condilomi genitali: diatermocoagulazione, trattamenti laser o creme immunostimolanti;
- tumori dell’orofaringe: rimozione chirurgica;
- tumori più estesi: radioterapia, chemioterapia;
- lesioni precancerose della cervice uterina: asportazioni selettive del collo dell’utero (che tuttavia sono mirate a preservare la capacità della paziente di rimanere incinta).