L’ictus cerebrale è una grave patologia che si verifica a causa di un’improvvisa ostruzione o rottura di un’arteria nel cervello. Rappresenta una delle principali cause di morte in Italia, posizionandosi al terzo posto, ed è la causa primaria di disabilità. Ogni anno, circa 185.000 persone ne sono colpite, con 150.000 nuovi casi e 35.000 recidive. La sua incidenza aumenta con l’età, diventando particolarmente alta oltre i 70 anni, con il 75% dei casi che coinvolgono persone sopra i 65 anni.
Quali sono le cause scatenanti?
L’ictus può essere di due tipi principali: ischemico, dovuto all’ostruzione di un’arteria cerebrale, ed emorragico, causato dalla rottura del vaso.
L’ictus ischemico si verifica quando un’arteria del cervello si ostruisce, impedendo al sangue – e quindi all’ossigeno e ai nutrienti – di raggiungere il cervello. Tale ostruzione può essere causata da:
- trombosi cerebrale, ovvero la formazione di un trombo all’interno dell’arteria o su una placca ateromasica preesistente;
- embolia cerebrale, un embolo presente in altre parti del corpo, come il cuore o le arterie del collo, che si stacca e raggiunge il cervello.
Questo tipo rappresenta l’85% degli ictus.
L’ictus emorragico si manifesta quando un’arteria cerebrale si rompe. Questo tipo rappresenta il 15% dei casi e può essere dovuto a:
- rottura di una piccola arteria profonda: più comune negli anziani;
- rottura di un aneurisma cerebrale: più frequente nei giovani e spesso associata a ipertensione.
Tra le cause meno comuni, che colpiscono principalmente i giovani, vi sono:
- pervietà del forame ovale – favorisce la formazione di piccoli trombi nel foro tra i due atri del cuore, che entrano nel circolo sanguigno e raggiungono il cervello, provocando ischemia. Ciò sembra avvenire più frequentemente in presenza di trombofilia, una condizione che aumenta la coagulazione del sangue e che può essere aggravata dall’uso della pillola estro-progestinica, specialmente nelle donne fumatrici con emicrania.
- difetti congeniti della coagulazione del sangue;
- malattie reumatologiche.
Quali sono i sintomi?
L’ictus si presenta improvvisamente e, generalmente, senza dolore. I sintomi comuni includono:
- problemi visivi su un lato;
- difficoltà nel parlare;
- perdita improvvisa di forza o sensibilità, accompagnata da formicolio, in un braccio e/o una gamba.
In caso di ictus emorragico, è possibile sperimentare anche un forte mal di testa.
Occorre non sottostimare gli attacchi ischemici transitori (TIA), che durano solo pochi minuti, in quanto potrebbero rappresentare l’inizio di un ictus completo e richiedono un intervento medico immediato.
Quali sono le strategie di prevenzione?
La prevenzione dell’ictus cerebrale richiede una gestione dei fattori di rischio. In particolare, è importante adottare uno stile di vita sano al fine di salvaguardare la propria salute cardiovascolare, spesso compromessa in caso di all’ictus ischemico nei pazienti oltre i 65 anni. Alcuni consigli includono:
- seguire una dieta equilibrata, ricca di verdura, legumi, frutta e grassi polinsaturi, e povera di sale, grassi animali e alcolici;
- avolgere attività fisica regolare;
- non fumare.
Inoltre, è essenziale monitorare regolarmente i seguenti valori:
- pressione arteriosa, la principale causa di ictus emorragico, soprattutto tra i giovani;
- livelli di colesterolo;
- glicemia.
Come si ottiene una diagnosi?
La diagnosi di ictus ischemico o emorragico in fase acuta deve essere immediata e si avvale di valutazioni cliniche e neurologiche – come la NIHSS e la Scala di Rankin modificata – e indagini diagnostiche quali:
- TC encefalo;
- RMN encefalo;
- angio RM;
- angio TC;
- ecocolor Doppler TSA;
- doppler Transcranico.
Qual è la terapia da seguire?
In caso di sospetto ictus è fondamentale recarsi immediatamente al pronto soccorso. Agire entro sei ore dall’inizio dei sintomi incrementa la probabilità di riuscita dei trattamenti e limita i danni cerebrali.
Oltre al trattamento farmacologico (da somministrare entro 9 ore dall’insorgenza dei sintomi), la terapia può includere:
- trombolisi: tecnica volta a riaprire l’arteria occlusa, efficace solo se eseguita nelle prime 3 ore dalla comparsa dell’ictus;
- trattamenti endovascolari: procedure avanzate per rimuovere la causa dell’occlusione. Questi trattamenti sono disponibili solo in centri altamente specializzati, che si avvalgono di neuroradiologia interventistica e software avanzati di immagini TAC che permettono di individuare la precisa posizione dell’ostruzione e il tessuto ancora vitale, estendendo le probabilità di cura.