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Emorroidi


Che cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono dei cuscinetti arterovenosi, contenenti fibre connettivali ed elementi di sostegno, poste a livello dell’ano. A livello anatomico si distinguono emorroidi interne ed esterne; queste ultime si sviluppano vicino all’ano e sono coperte dall’anoderma, un rivestimento molto innervato. Quelle interne invece sono rivestite da mucosa.

La sindrome emorroidaria è uno dei disturbi più comuni, è una malattia benigna che si caratterizza per dolore (se a essere colpite sono le emorroidi esterne), mentre con sanguinamento (in caso di interessamento delle emorroidi interne).

Quali sono le cause delle emorroidi?

Le emorroidi sono presenti fin dalla nascita, cause genetiche e fattori ereditari sono responsabili della malattia emorroidaria.

Sono considerati fattori scatenanti:

  • alterazioni dell’alvo (stipsi o diarrea);
  • gravidanza;
  • sforzi durante la defecazione;
  • uso eccessivo di clisteri;
  • consumo eccessivo di cibi speziati, di alcolici e di cioccolato.

Quali sono i sintomi delle emorroidi?

La malattia emorroidaria si caratterizza per sanguinamento anale di colore rosso vivo alla fine della defecazione oppure dolore.

Può inoltre aversi un prolasso emorroidario, di cui si distinguono 4 gradi:

  • Grado I: congestione del plesso emorroidario interno, visibile solo all’esame proctoscopico o all’esplorazione rettale.
  • Grado II: fuoriuscita di uno o più gavoccioli emorroidari dall’ano in seguito allo sforzo nell’evacuazione; regredisce spontaneamente.
  • Grado III: Fuoriuscita di uno o più gavoccioli, in seguito allo sforzo nell’evacuazione; si può risolvere solo manualmente.
  • Grado IV: prolasso emorroidario completo e stabile al di fuori del canale anale, una condizione irriducibile.

È possibile anche la comparsa acuta di una trombosi emorroidaria, causata da un ostacolo al deflusso sanguigno, caratterizzata da un dolore molto più intenso, che peggiora in seguito a sforzo fisico o a evacuazione difficoltosa. Dura da 4-5 giorni fino a 10-15 giorni e si risolve spontaneamente.

Come si effettua la diagnosi?

In caso di malattia emorroidaria occorre rivolgersi al medico.

Soprattutto dopo i 40 anni è bene eseguire una pancolonscopia al fine di escludere la presenza di una neoplasia del colon.

Trattamento 

Nelle fasi iniziali, di fronte a sintomi lieve, al paziente viene suggerito di assicurarsi una dieta con supplemento di fibre, di effettuare semicupi (immersione in acqua della zona anale) e di assumere integratori che proteggano la parete venosa. Il medico suggerirà un’eventuale terapia farmacologica.

In caso questo approccio sia insufficiente o in presenza di recidiva, può essere indicato l’intervento chirurgico che può essere ambulatoriale o in regime di ricovero in Day Hospital.

Sono tecniche ambulatoriali:

  • Legatura elastica: efficace per le emorroidi interne. Si tratta della legatura di una parte del plesso emorroidario con un anello di gomma; la procedura va ripetuta 2-3 volte, a distanza di un mese.
  • Crioterapia, scleroterapia e coagulazione ad infrarossi sono efficaci nelle emorroidi di secondo grado con tendenza al sanguinamento.

Gli interventi chirurgici invece sono di tre tipi:

  • Interventi di asportazione per la rimozione completa del tessuto emorroidario.
  • Dearterializzazione e legatura del plesso emorroidario: tramite una sonda Doppler viene legata l’arteria terminale del circolo emorroidario.
  • Sospensione del plesso emorroidario: con una suturatrice meccanica, il tessuto prolassato viene riposizionato nella giusta sede.