Il 25 maggio si celebra la Giornata Nazionale del Sollievo, un’occasione importante per riflettere sul diritto di ogni persona a non soffrire il dolore. In questa giornata si promuove la conoscenza e la diffusione delle terapie palliative e della terapia del dolore, strumenti fondamentali non solo per accompagnare con dignità le persone nella fase terminale della vita, ma anche per migliorare la qualità della vita di chi convive quotidianamente con il dolore cronico.
Ne parliamo con la dottoressa Federica Ghione, internista, e il dottor Luigi Salvatore Laudari, anestesista terapista del dolore.
Cure palliative e terapia del dolore: molto più di un supporto al fine vita
Nell’ospedale Humanitas Gradenigo il servizio dedicato alle cure palliative e alla terapia del dolore si basa su un approccio multidimensionale e multidisciplinare, in cui il paziente è al centro di un’équipe composta da medici, infermieri, psiconcologi e altri specialisti. Contrariamente a quanto si pensa, queste cure non sono rivolte soltanto ai pazienti oncologici terminali: numerose condizioni croniche, come fibromialgia, cefalea cronica, lombosciatalgia, neuropatie o endometriosi, provocano un dolore continuo e difficile da gestire con i farmaci tradizionali. In questi casi, il dolore diventa una vera e propria malattia, e non semplicemente un sintomo. Spesso sono le donne a esserne maggiormente colpite, rappresentando la fascia più ampia della popolazione con dolore cronico. L’obiettivo delle cure palliative e della terapia antalgica è quello di alleviare la sofferenza fisica e psicologica, sostenendo non solo il paziente, ma anche la sua famiglia, lungo tutto il percorso di malattia.
Quando il dolore diventa una malattia: il ruolo della terapia antalgica
La terapia del dolore è una branca specialistica della medicina che si occupa della valutazione e del trattamento del dolore acuto e cronico in tutte le sue forme. È un approccio clinico che riconosce il dolore come patologia autonoma, da diagnosticare e curare con trattamenti mirati. Alcune condizioni, come il dolore pelvico cronico, il dolore trigeminale o il dolore che persiste anche dopo un intervento chirurgico ben riuscito, sono esempi in cui il dolore si sviluppa indipendentemente dalla causa originaria, diventando esso stesso la malattia da combattere. Gli specialisti in terapia antalgica, spesso anestesisti con formazione dedicata, eseguono una valutazione approfondita del tipo di dolore e propongono interventi personalizzati, che possono includere non solo farmaci, ma anche tecniche avanzate come infiltrazioni mirate, neuromodulazione, radiofrequenze o crioablazione dei nervi coinvolti. Queste terapie possono aiutare a “resettare” i circuiti del dolore e ripristinare una qualità della vita accettabile. La neuromodulazione, ad esempio, agisce sul sistema nervoso senza l’uso di farmaci, interrompendo la trasmissione del dolore e riducendo l’infiammazione. In un’epoca in cui il dolore cronico è ancora spesso sottovalutato o vissuto con rassegnazione, la Giornata del Sollievo ci ricorda che è possibile e doveroso curare la sofferenza, con competenza, umanità e rispetto. Perché anche quando non si può guarire, si può e si deve prendersi cura.