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La terapia del dolore per migliorare la qualità di vita del paziente

L’ambulatorio di Terapia antalgica di Humanitas Gradenigo lavora a stretto contatto con le altre specialità dell’ospedale e prende in carico il paziente con le tecniche più avanzate.

Migliorare la qualità di vita del paziente attraverso una migliore gestione del dolore: è l’obiettivo della Terapia antalgica e dell’ambulatorio di Humanitas Gradenigo che con il dottor Gianluca Maniscalco opera all’interno del servizio di Anestesia e rianimazione diretto dalla dottoressa Laura Ceretto. «Quando il dolore, acuto o cronico, limita le attività di tutti i giorni, il nostro intervento può diventare risolutivo», spiega il dottor Maniscalco. Che aggiunge: «E’ molto importante comprendere il tipo di dolore che affligge il paziente per cercare una soluzione anche attraverso un approccio multidisciplinare capace di coinvolgere altri specialisti dell’ospedale».

L’ambulatorio di Terapia antalgica di Humanitas Gradenigo lavora perciò a stretto contatto con i servizi di Oncologia, Ortopedia e, soprattutto, Recupero e rieducazione funzionale dell’ospedale: «In determinati casi, ai nostri interventi farmacologici e interventistici devono far seguito quelli che trattano in modo adeguato la disfunzione, così da impedire al paziente di ritrovarsi dopo pochi mesi al punto di partenza», precisa il dottor Maniscalco. Per questo motivo, al mercoledì pomeriggio l’ambulatorio di Terapia antalgica vede spesso un medico fisiatra affiancare l’attività dello specialista algologo.

«Il nostro paziente medio ha un’età compresa tra i 50 e gli 80 anni con una prevalenza che si registra tra i 65 e i 70 anni – aggiunge il dottor Maniscalco -. SI rivolge a noi perché soffre da almeno sei mesi di un dolore cronico che non ha risposto ai trattamenti conservativi, fisiatrici e farmacologici, fin lì osservati». Questo paziente viene preso in carico attraverso una prima visita che comprende un’approfondita anamnesi familiare e lavorativa: «Sul dolore cronico possono talvolta pesare aspetti psicologici che si rivelano talvolta decisivi nella diagnosi e nella cura dello stesso», sottolinea il dottor Maniscalco.

Tra le terapie in grado di risolvere il dolore cronico figura la peridurale antalgica, un’iniezione di cortisonici a lento rilascio e anestetici locali eseguita direttamente al livello della radice nervosa che trasmette il dolore: «La utilizziamo per tutte le lombosciatalgie, le ernie del disco e, in generale, i dolori cronici del canale stretto», precisa il dottor Maniscalco. Eseguita oltre 340 volte nel corso del 2016, la peridurale antalgica è una tecnica sempre più utilizzata che fa da contrappunto al ricorso sempre meno frequente all’intervento chirurgico: «La nostra funzione è anche quella di eseguire uno screening tra i pazienti che dovranno sottoporsi a un intervento di chirurgia vertebrale. Prima della sala operatoria, per molti di loro è infatti possibile affidarsi a terapia antalgica e fisioterapia».

E il dolore articolare cronico? La terapia antalgica aiuta anche chi non è candidabile all’intervento chirurgico. «Può accadere con una persona anziana – spiega il dottor Maniscalco -, in questo caso le infiltrazioni possono essere seguite dalla denervazione attraverso la radiofrequenza: aghi molto sottili “stordiscono” dall’esterno i nervetti dell’articolazione che viene così liberata dal dolore». Tecniche antalgiche su misura possono riguardare anche i pazienti più giovani che devono sottoporsi all’intervento protesico: «Ritardarlo di qualche anno può essere un bonus prezioso, a patto però che nel frattempo il dolore venga tenuto sotto controllo in modo adeguato», conclude il dottor Gianluca Maniscalco.